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L’ascolto dei minorenni in ambito giudiziario. Obbligo del Giudice

ascolto del minore in ambito giudiziario

di Chiara Tortorella

Il tema relativo all’ascolto del minore in ambito giudiziario è molto attuale e particolarmente delicato. È molto importare avere in mente che nell’ambito di un’audizione davanti ad un Giudice, l’incontro con il minore rappresenta quello con la parte più debole del sistema ma, allo stesso tempo, spesso portatrice di verità. Inoltre i bambini, così come gli adulti, prima di essere ascoltati hanno il diritto di essere informati sulle metodologie, i contenuti e le finalità del loro incontro con il giudice. 

Nell’ambito dei procedimenti di separazione o divorzi tra coniugi, spesso i bambini vengono travolti da situazioni molto conflittuali e burrascose che insorgono tra i genitori e che li pongono a confronto con il mondo degli adulti. Si tratta di un mondo che li ritiene troppo piccoli per capire e troppo spesso li lascia isolati senza dar loro spiegazioni. È quindi fondamentale attraverso l’ascolto, riportare il minore al centro dell’attenzione.

 

L’aspetto della convocazione del minore in Tribunale davanti al Giudice

 

Non sono rari i casi di bambini che si sentono subito meglio nel momento della convocazione davanti al giudice, perché per loro rappresenta l’occasione per essere ascoltati dagli adulti. Altri minori, invece, potrebbero aver bisogno di essere maggiormente difesi e provano paura ad aprirsi con il giudice che per loro rappresenta un adulto estraneo. In tutti i casi è molto importante che il giudice o il GO si adoperino per rassicurare il bambino sulle modalità dell’incontro in Tribunale e sul proprio ruolo. Il bambino si sentirà più tranquillo se gli si spiega che quello che dirà al giudice in audizione, non sarà riferito ai suoi genitori o ad altre persone e che la scelta finale sulla sua collocazione e sul rapporto da tenere con entrambi i genitori sarà del Giudice. Questo aspetto è importante sotto il profilo psicologico, per fare in modo che il bambino non si senta responsabile di ciò che sta succedendo e che avverta di essere compreso e considerato. 

La fondamentale distinzione tra l’ambito della volontaria giurisdizione e l’ambito penale

 

È fondamentale distinguere tra ambito di volontaria giurisdizione e ambito penale. Nell’ambito di volontaria giurisdizione lo scopo dell’ascolto del minore non è di scoprire una verità fattuale, ma di accogliere i suoi bisogni e comprendere come si senta il minore in una determinata situazione. 

Nelle situazioni di separazione e divorzio, ad esempio, il clima emotivo della famiglia è denso di sentimenti di colpa e rabbia e quando il dolore dei genitori è eccessivamente intenso, è difficile per loro sovrintendere alle funzioni genitoriali. In queste situazioni di conflitto i figli diventano spesso degli strumenti nelle mani dei genitori per vendicarsi dell’altro e farsi la guerra. In questi casi si osservano modalità relazionali complesse e invertite, in cui è il bambino a doversi far carico dei bisogni dei propri genitori.

 

L’identificazione dell’adulto, il Giudice, come colui il quale riconosce il disagio di un bambino

 

Il minore potrebbe vedere nel giudice che lo ascolta qualcuno che riconosce il suo disagio, che non nega le sue difficoltà e che diventa testimone del suo dolore. Questo aspetto della relazione che si instaura tra Giudice e minore può trasformarsi in un elemento terapeutico per il bambino, a riprova del fatto che tra l’ambito della psicoanalisi e della giustizia sono diverse le declinazioni che possono realizzarsi all’interno di un rapporto che resta comunque complesso.

Da questo punto di vista e per aiutare sia il Giudice sia il bambino è spesso necessario che ad assistere all’audizione del minore ci sia presente uno psicologo che possa contribuire a tradurre in parole ed emozioni comprensibili per il bambino, i difficili argomenti che verranno affrontati.

 

L’ambito penale e la difficoltà dell’ascolto del minore in questi casi



In ambito penale la situazione si complica, perché l’ascolto del bambino da parte del Giudice ha anche lo scopo di riordinare i fatti e scoprire la verità giudiziaria. L’ascolto del minore può essere risolutivo per ottenere giustizia, ma spesso si rischia di non considerare i tempi del minore nell’elaborazione di eventi traumatici o potenzialmente traumatici, che sono molto diversi da quelli della legge (e degli adulti, in generale). In questi casi diviene quasi indispensabile che il minore sia assistito da uno psicoterapeuta, che possa lavorare per dare un significato ai contenuti della testimonianza del bambino, sempre tanto difficile per lui. 

 

I casi drammatici dei minori traumatizzati incapaci di elaborare l’esperienza dell’audizione e della testimonianza in Tribunale. I tempi dell’ascolto

 

I minori traumatizzati non sono in grado di elaborare da soli questa esperienza, che senza un aiuto è difficile per loro pensare e raffigurare. Se l’ascolto del minore in tribunale, istituzionalizzato con il decreto è troppo rapido, si rischia di esporre nuovamente il bambino ad una situazione traumatica. Un ascolto svolto in tempi adeguati può anche avere, invece, un effetto riparativo e ricordare al minore che gli adulti “buoni” esistono e che il mondo esterno riconosce che lui ha subito un torto. In questi casi l’incontro tra un minore che ha subito un pregiudizio o che ha commesso un reato e il sistema giudiziario, può diventare un’occasione che offre la possibilità di interrompere la ripetizione del trauma o la messa in atto del reato. 

 

La necessità di svolgere l’ascolto empatico nei confronti del minore

In tutti i casi, comunque, ascoltare il minore in modo empatico e accogliente, in modo da permettergli di fidarsi e affidarsi al giudice e agli adulti coinvolti, può aiutare molto sia la giustizia a fare il suo corso sia il minore a superare l’evento difficile o traumatico vissuto.

Le novità introdotte dalla Riforma Cartabia a proposito dell’ascolto del minore da parte del Giudice

 

Con l’art. 473 bis.5 del c.p.c. La Riforma Cartabia dispone l’obbligo per il Giudice di sentire il minore che abbia compiuto 12 anni di età o, se più piccolo, che abbia capacità di discernimento. Il fine dell’introduzione dell’obbligo è di trovare strumenti di tutela degli interessi dei minori nei procedimenti di separazione e divorzi e nell’eventuale richiesta di modifica delle condizioni di separazione tra coniugi già in essere e che lo coinvolgono, sempreché il Giudice ritenga  l’ascolto non in contrasto con l’interesse del minore, o manifestamente superfluo. Nel qual caso,  il giudice non procede all’adempimento dandone atto con provvedimento motivato.

 

Il ruolo del Giudice nell’ascolto del minore nei procedimenti di separazione e divorzio con la Riforma Cartabia

 

Nell’ambito dell’audizione in tribunale, sarà il giudice a dover condurre l’ascolto del minore e non potrà delegare le sue funzioni. Egli potrà, però, farsi assistere ed affiancare da un esperto in psicologia o neuropsichiatria infantile attraverso la procedura cosiddetta dell’ascolto assistito.

Relativamente alla procedura di ascolto del minore il giudice sarà tenuto a: 

  • rispettare gli impegni scolastici del minore fissando l’udienza in orari compatibili ed in locali adeguati alla sua età; 
  • garantire la serenità e la riservatezza al minore durante l’audizione; 
  • disporre la registrazione audiovisiva dell’audizione, fatto salvo che non sia possibile procedere e, in tal caso, disporre di redigere il processo verbale dettagliato.

Il ruolo dei genitori durante l’audizione in Tribunale dei figli minorenni, o di chi esercita il ruolo genitoriale, e degli avvocati delle parti  

 

Ai genitori, a coloro i quali esercitano la responsabilità genitoriale, agli avvocati delle parti, il Giudice indica l’argomento oggetto di ascolto con il minore e li autorizza a partecipare all’udienza fissata per tale incombente. In situazioni come queste è importante preparare gli adulti a mantenere un comportamento adeguato, definendo loro con chiarezza la metodologia tecnico-giuridica che verrà seguita nel corso del giudizio in cui sarà coinvolto il minore e, allo stesso tempo, preparare il minore ad essere ascoltato affinché non viva questa esperienza in maniera traumatica. Ecco, quindi, l’importanza di essere coadiuvati contemporaneamente da un avvocato esperto nel diritto di famiglia e da uno psicologo che possa intervenire a supporto del minore.

Bibliografia: 

Naccari Carlizzi, M.; Rizzitelli, R. (a cura di)  – Psicoanalisi e giustizia. Le diverse declinazioni di un rapporto complesso. Franco Angeli (2022)

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