La fine di una convivenza con vincoli affettivi, sia essa matrimonio o frutto di un accordo di convivenza stabile more uxorio, è una prova emotiva che molti affrontano nella vita. Questo articolo esplora le emozioni, le sfide e i cambiamenti psicologici che accompagnano la fine di una convivenza, offrendo consigli su come superarli in modo sano.
Dal Conflitto alla Soluzione: Ecco come Gestire la Separazione
Quando una relazione, frutto di una convivenza con vincoli affettivi, unione civile o matrimonio, giunge al termine le difficoltà della separazione possono essere enormi e ingestibili. Dalla divisione dei beni all’educazione dei figli, la fine di una convivenza è, in ogni caso, complessa ed è per questo motivo che è consigliabile, prima di ogni cosa, regolamentare l’affidamento dei figli davanti al Tribunale o affidandosi alla negoziazione assistita. Al riguardo è bene evidenziare che gli artt. 473 bis 11 e seguenti prima della separazione e del divorzio dei coniugi o dei conviventi, prevede la regolamentazione dei rapporti educativi e di crescita psicofisica dei minori con i rispettivi genitori e dell’esercizio della responsabilità genitoriale.
Il ricorso congiunto: il ricorso giudiziale nella separazione, divorzio, accordi di convivenza
Il ricorso, congiunto se vi è accordo o giudiziale in caso contrario, deve essere presentato con l’assistenza di un legale davanti al Tribunale ordinario territorialmente competente individuato, come criterio principale, dove i minori hanno la residenza abituale. Da parte dei coniugi è obbligatoria la produzione delle dichiarazioni dei redditi, degli estratti conto e finanziari degli ultimi tre anni per ciascun partner, nonché la documentazione attestante eventuale titolarità di diritti reali su beni immobili (ad esempio proprietà della casa familiare) e mobili e partecipazione di quote sociali, al fine di poter ricostruire correttamente la capacità economica delle parti in caso di richiesta di contributo economico per i figli o per il coniuge.
Sempre a tutela dei minori deve essere allegato il cd. piano genitoriale, in cui con il supporto di un avvocato i partner devono indicare il progetto educativo e di crescita dei propri figli considerando l’età, gli impegni scolastici ed extrascolastici, il contesto familiare di ciascun partner (ad esempio, la presenza di nonni che possono aiutare i genitori nella gestione pratica ed affettiva dei minori o l’individuazione di uno specialista-come lo psicologo- a cui i genitori intendono affidare l’incarico in caso di necessità per un sereno sviluppo psico-fisico dei minori), al fine di una migliore tutela dell’affidamento condiviso.
Cosa succede nella separazione in caso di convivenza non registrata con un accordo
Per le coppie di fatto, in cui non vi è stata una regolamentazione “riconosciuta” e registrata della convivenza con l’accordo, nessuna delle due parti può avanzare pretese economiche nei confronti dell’altra, né per quanto riguarda il diritto ad un mantenimento o all’assegnazione della casa familiare. Ogni convivente rimane titolare dei propri conti correnti e delle proprietà, tranne che siano cointestati.
Diverso è il caso in cui i conviventi abbiano deciso di procedere con un accordo di convivenza, per il quale è obbligatoriamente prevista la forma di scrittura privata autenticata da un avvocato o da un notaio, volto a disciplinare i rapporti patrimoniali e personali tra gli stessi, anche nel caso di cessazione della convivenza. I partner possono decidere di tutelarsi con l’accordo di convivenza in qualunque momento della loro vita di coppia, sia dall’inizio della convivenza sia anche dopo un certo tempo e determinando obblighi giuridici reciproci, per la cui tutela in caso di inosservanza è possibile adire la competente autorità giudiziaria.
Il Ruolo Chiave del Mediatore Familiare nelle procedure di separazione e divorzio. L’elaborazione del lutto
In situazioni di separazione e divorzio, fine di una convivenza ma anche solo di conflitto in generale tra i coniugi, il mediatore familiare svolge il ruolo cruciale di facilitatore del dialogo e dell’accordo tra le parti. Elaborare la perdita di un amore è simile all’elaborazione di un lutto. Dietro alle incombenze legali c’è il dolore che potrebbe permanere anche dopo molti anni, anche dopo aver conosciuto un nuovo amore. È davvero importante concedersi il tempo per soffrire, così da poter superare al meglio il dolore e non negarlo, altrimenti rimarrà bloccato da qualche parte nella mente. Se tutto questo avviene quando è già instaurato un progetto comune, durante una convivenza, può essere ancora più difficile da superare in quanto bisognerà pensare anche alla modifica dell’abitazione, alla divisione dei mobili, con spesso un valore affettivo in quanto scelti insieme, e, se presenti, alla gestione dei figli che soffriranno a loro volta.
Una volta scelta la strada della separazione, soprattutto in presenza di figli minori, è molto importante rivolgersi contestualmente all’avvocato, anche ad un terapeuta che possa aiutare la ex coppia a guardare con lucidità la situazione ed a prendere le decisioni più opportune per tutti. Non è sempre facile accordarsi, in particolar modo quando la rabbia e il rancore sono ancora molto presenti e impediscono di raggiungere dei compromessi. In questi casi, può essere utile rivolgersi ad un mediatore familiare che possa sostenere l’ex coppia nelle proprie dinamiche e permetterle di svolgere al meglio il percorso con il proprio avvocato. Il mediatore familiare aiuterà a elaborare i problemi portati da entrambi gli ex partner grazie a strumenti di comunicazione e negoziazione efficaci, come l’ascolto attivo, il linguaggio positivo, il rinforzo positivo, il riconoscimento e la convalida delle emozioni di entrambi. Le opzioni concordate verranno redatte dal mediatore e revisionate dagli avvocati per poi essere depositate al giudice.