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Dopo di noi. Affidamento Fiduciario. L’autonomia del disabile maggiorenne

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Lo scopo della legge detta del “dopo di noi” è di assicurare la sopravvivenza dei soggetti deboli, dopo la scomparsa dei genitori o del tutore e la perdita del sostegno familiare. Per questo motivo è stato istituito, tra gli altri strumenti previsti dalla La legge n. 112 del 2016, anche l’affidamento fiduciario. Tuttavia, oltre a regolare la gestione del patrimonio privato post mortem e vincolare con un contratto i beni o alcuni di essi ad un programma destinato a garantire la sussistenza e l’indipendenza di soggetti disabili o svantaggiati dopo la scomparsa dei loro genitori, la legge attribuisce anche allo Stato, e quindi agli enti pubblici, la possibilità di individuare risorse in favore delle persone con disabilità grave, prive del sostegno familiare e di regolarne l’accesso. È risaputo, tuttavia, che le risorse destinate a questo tipo di fondi non sono illimitate e per tale motivo devono essere stabiliti i criteri con cui individuare i beneficiari.  

Non è irragionevole la scelta di inserire in graduatoria solo i maggiorenni disabili, per l’accesso al fondo “dopo di noi”



E’ quanto ha stabilito il Consiglio di Stato con la sentenza n. 2439 di Aprile, in relazione ad un ricorso presentato da 2 mamme rappresentanti legali di 2 Associazioni per la cura e la salvaguardia dei disabili. Per la limitatezza delle risorse e la necessità di stabilire delle regole, la scelta di inserire in graduatoria i maggiorenni escludendo i minorenni non è irragionevole e nemmeno illogica. Infatti, esistono già altre norme a garanzia della tutela dei minori nelle stesse condizioni. La pronuncia è nata da un ricorso presentato ad una delibera di Roma Capitale, che aveva stabilito l’accesso ai programmi destinati ai disabili e finanziati dalla legge sul “dopo di noi”.  

Ecco qual è l’obiettivo della legge dopo di noi sull’affidamento fiduciario del patrimonio

 

A partire dal ricorso che è stato presentato perché si è ritenuto discriminante l’esclusione dei minori dal Fondo di sostegno, Il Consiglio di Stato ha ribadito che la ragione per la quale è stata voluta una legge ad hoc è di garantire il sostegno ai soggetti disabili che hanno perso quello familiare. Seppure la legge sul “dopo di noi” garantisce il sostegno senza limiti di età è anche vero che il suo scopo è di garantire benessere, autonomia, inclusione, indipendenza dei soggetti deboli e con disabilità grave, che perdono o sono in procinto di perdere il sostegno familiare. La legge sul “Dopo di Noi” garantisce l’autonomia e l’indipendenza di questi soggetti o con il patrimonio privato, attraverso l’affidamento fiduciario, o con il Fondo per l’Assistenza da destinare a specifici programmi istituiti da enti pubblici.

La differenza tra minore e maggiore età del soggetto svantaggiato garantito dalla legge sull’affidamento fiduciario

 

Al raggiungimento della maggiore età e con l’uscita dal nucleo familiare o la perdita del sostegno familiare, il soggetto disabile ha diritto di aver garantito la massima autonomia possibile che si realizza per prima cosa con la deistituzionalizzazione, rendendo quanto più possibile autonomo un soggetto disabile, evitando il ricorso, spesso ancora obbligato, all’assistenza sanitaria. Gli strumenti alimentati da fondi pubblici che la legge ha predisposto sono orientati a questo obiettivo che riguarda, di fatto, prevalentemente soggetti disabili maggiorenni o in procinto di diventarlo ed è il motivo per il quale il Consiglio di Stato ha ritenuto giusta, respingendo il ricorso, la decisione dell’amministrazione capitolina.

Gli strumenti legislativi e finanziari a tutela dei disabili minorenni 

 

Tuttavia, questo non vuol dire che i disabili minorenni non debbano essere garantiti nella loro autonomia o lasciati senza sostegno. La stessa Amministrazione di Roma Capitale, infatti, ha predisposto un’altra delibera ( n. 554 del 5 agosto 2021) chiarendo che, se i beneficiari del “dopo di noi” sono di norma maggiorenni, per i minori i servizi territoriali devono predisporre un’offerta di sostegno che tuteli l’età e la condizione di disabilità sostitutivi, per quanto possibile della famiglia, sulla base di un piano personalizzato educativo-assistenziale diretto a minori con grave disabilità complessa neuropsichica e/o neuromotoria.

 

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