La Cassazione interviene ancora sulla PAS, la teoria che per diversi Tribunali ha giustificato l’Alienazione Parentale che porta all’Affido Esclusivo del Minore ad uno dei 2 Genitori.
L’affido esclusivo dei figli richiesto e giustificato dalla sindrome da alienazione parentale
Di solito questa Teoria – PAS – cosiddetta della Madre Malevola o Madre Adesiva, ha giustificato la richiesta di affido esclusivo dei figli ovvero, nella maggior parte dei casi, l’allontanamento della madre dal figlio per proteggerlo dai suoi comportamenti malevoli e garantire la genitorialità al Padre colpevolizzato.
Ma nonostante la PAS sia stata spesso invocata dagli avvocati nelle cause di separazione e divorzio conflittuale per l’affidamento dei figli e applicata dai Giudici dei Tribunali Italiani, adesso la Cassazione ha giudicato infondata l’alienazione parentale, con motivazioni molto chiare e decise. Già con la sentenza 13274 del 2019 la Corte di Cassazione aveva stabilito che l’affido esclusivo di un minore a un genitore, non si può fondare solo sulla diagnosi da alienazione parentale richiesto con l’obiettivo di diventare genitore affidatario. Adesso, l’ordinanza con la quale si è pronunciata la Cassazione per annullare il decreto della Corte d’Appello di Venezia del dicembre 2019 – che aveva stabilito l’affido super esclusivo al papà di una bimba di 6 anni tolta alla madre – paragona la PAS ad una teoria nazista e senza basi scientifiche. In pratica, e stigmatizzando la poca scientificità di certe teorie giudicate troppo sbrigative nello stabilire l’affido esclusivo ad uno dei genitori, la Corte di Cassazione nella sua Ordinanza scrive che:
“La Corte territoriale ha fatto riferimento a ‘gravi ripercussioni ed effetti sulla minore’, a ‘condotte scellerate’ della madre senza però indicarle e specificarle, nonché ad un comportamento ‘improntato a gravi carenze nella genitorialità con volontà tesa ad estraniare la minore dal padre’ […] omettendo di esplicitare quali siano stati gli specifici pregiudizi per lo sviluppo psico-fisico della minore, peraltro non considerando le possibili conseguenze di una brusca sottrazione della minore alle madre”.
“In altri termini – continua l’Ordinanza – il riferimento alla condotta tesa ad estraniare la figlia dal padre, sostanzialmente ricondotta alla cosiddetta PAS, ovvero alla cosiddetta ‘sindrome della madre malevola’ – e la evidenziata conflittualità con l’ex partner, non appaiono costituire fatti pregiudizievoli per la minore alla stregua della descrizione delle vicende occorse, tenuto comunque conto del controverso fondamento scientifico della sindrome PAS, cui le CTU hanno fatto riferimento senza alcuna riflessione sulle critiche emerse nella comunità scientifica circa l’effettiva sussumibilità della predetta sindrome nell’ambito delle patologie cliniche”.
L’ordinanza che ha demolito la richiesta di alienazione del genitore
In pratica, la Cassazione ha messo in dubbio e rimandato al mittente, ovvero Corte di Appello di Brescia, tutta la costruzione “scientifica” con la quale i periti avevano giustificato e richiesto al Giudice territorialmente competente, di alienare la figlia dalla madre perché quest’ultima aveva messo in atto comportamenti tali da allontanare la figlia dal padre. Ma i Giudici della Cassazione si sono spinti più in là, sconfessando il principio della PAS che, nella fattispecie specifica del caso, si è solo limitata a richiedere l’alienazione della madre sulla base non tanto di fatti commessi, ma sulla base del modo di essere della madre strumentalizzando il diritto per colpirla alla stessa stregua di come fece il modello penale nazista negli anni 40 (cd. taterpy: tipo normativo di autore, essere piuttosto che commettere, dove il fatto tipico è il sintomo della personalità del soggetto).
Nell’Ordinanza della Cassazione sul caso in ispecie ancora si legge:
“Il giudice di merito, nell’aderire alle conclusioni dell’accertamento peritale nella causa di separazione conflittuale in oggetto, non può, ove all’elaborato siano state mosse specifiche e precise censure, limitarsi al mero richiamo alle conclusioni del consulente, ma è tenuto – sulla base delle proprie cognizioni scientifiche, ovvero avvalendosi di idonei esperti e ricorrendo anche alla comparazione statistica per casi clinici – a verificare il fondamento, sul piano scientifico, di una consulenza che presenti devianze dalla scienza medica ufficiale e che risulti, sullo stesso piano della validità scientifica, oggetto di plurime critiche e perplessità da parte del mondo accademico internazionale, dovendosi escludere la possibilità, in ambito giudiziario, di adottare soluzioni prive del necessario conforto scientifico e potenzialmente produttive di danni ancor più gravi di quelli che intendono scongiurare”, indicando così ai Giudici la corretta procedura per individuare l’equilibrio nelle conclusione delle parti e smontando una teoria che la comunità scientifica ha più volte definito senza fondamento.
In sintesi, la Cassazione ha di fatto stroncato i presupposti attraverso i quali in molti processi, i figli sono stati tolti alle madri sulla base di perizie tecniche (CTU) fondate sulla PAS, giudicate solo per un modo di essere e non per loro espliciti comportamenti.
Cos’è la PAS e dove nasce la sindrome da alienazione genitoriale
La sindrome da alienazione genitoriale o sindrome da alienazione parentale è un concetto che venne introdotto per la prima volta negli anni ottanta dallo psichiatra forense statunitense Richard Gardner. Si tratterebbe di una dinamica psicologica disfunzionale, che si attiva nei figli minori coinvolti nelle separazioni conflittuali dei genitori. Ma, già allora, il principio espresso non trovò unanime consenso e in Italia è forse attecchito per via di consuetudini e luoghi comuni ai quali anche il diritto a volte ha ceduto.
La confusione tra conflitto di coppia e violenza domestica. Il superiore interesse del minore principio guida nelle decisioni del Giudice
Il principio dell’alienazione parentale diventa un problema soprattutto in alcune circostanze: nelle situazioni di maltrattamento, infatti, rischia di non considerare il principio del superiore interesse del minore e di far riferimento al diritto alla genitorialità a prescindere dal contesto, anche quando il contesto è violento. In pratica, l’accusa rivolta nei confronti della sindrome da alienazione parentale è di confondere i contesti di violenza domestica, con il conflitto interno a una coppia che sta divorziando.
Inoltre, la PAS attribuisce ad uno dei genitori la responsabilità della qualità della relazione tra i figli e l’altro genitore, ma non ha nessuna cura di esaminare e individuare il benessere dei figli e non protegge i bambini e le bambine che dovessero assistere ad eventuali maltrattamenti.
In realtà, le sentenze di allontanamento dal figlio di uno dei genitori sono state formulate sulla base della presunzione che i comportamenti adottati da uno dei genitori, siano essi stessi la causa della paura dei figli verso l’altro genitore, sia esso il padre o la madre. Non c’è stato alcun accertamento di alcun fatto di violenza vissuta o a cui i figli hanno assistito. In sostanza, la recente ordinanza della Cassazione chiede ai Giudice di accertare i fatti e di non basarsi, nel formulare le sentenze, solo su supposizioni teoriche, tra l’altro, ad oggi ritenute infondate da tutta la comunità scientifica internazionale, compresa l’Organizzazione mondiale della Sanità.
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