In realtà si chiamerà Tribunale per le Persone, per i Minorenni e per le Famiglie e si occuperà prevalentemente di relazioni domestiche. Il nuovo Tribunale sarà composto dalla sezione distrettuale e dalle sezioni circondariali. La sezione distrettuale sarà costituita presso ogni sede di corte di appello o di sezione di corte d’appello. Le sezioni circondariali saranno costituite presso ogni sede di tribunale ordinario, collocata nel distretto di sede di corte di appello o di sezione di corte d’appello in cui ha sede la sezione distrettuale.
Ecco quali saranno le competenze del nuovo Tribunale della Famiglia e dei Minori
La competenze civili e penali e di sorveglianza dell’attuale Tribunale dei Minori saranno trasferite alle sezioni distrettuali del nuovo tribunale della Famiglia che si occuperà di separazioni, divorzi e affidi, indipendentemente dal fatto che il minore sia nato dentro o fuori dal matrimonio, e di estendere e potenziare le tutele nei confronti delle donne vittime di violenze domestica.
Scopi e obiettivi del nuovo Tribunale per la Famiglia
Lo scopo del nuovo Tribunale per la Famiglia e Minori è di fornire un supporto giuridico più robusto alla tutela dei minori ma anche delle donne che sempre più spesso restano vittime di violenze da parte dell’ex coniuge, anche quando il caso di separazione e divorzio è stato già trattato nelle aule dei tribunali. Gli obiettivi sono quelli di:
- snellire le procedure;
- tagliare la durata dei procedimenti;
- promuovere l’istituto della mediazione;
- fornire più tutela, e soprattutto più velocemente, alle donne vittime della violenza che dovesse emergere o essere palese nei procedimenti civili di separazione e divorzio;
- escludere la PAS dai procedimenti per l’affido dei figli.
La sindrome da alienazione parentale non sarà più presa in considerazione nei procedimenti di affidamento
L’istituzione del nuovo tribunale rivoluziona le procedure per la soluzione dei conflitti che investono i componenti della coppia, il loro ruolo di genitori e il rapporti con i figli. Con l’istituzione del nuovo Tribunale è introdotta l’esclusione del ricorso alla teoria della sindrome da alienazione parentale (Pas), già contestata dalla comunità scientifica e in linea con la recente pronuncia della Corte di Cassazione. La PAS innescava un meccanismo contorto per cui poteva capitare la contraddizione secondo cui il padre violento, contesta l’alienazione parentale alla madre del figlio che non lo vuole più vedere. Una delle contraddittorie conseguenze della PAS è che alla madre potevano essere sottratti i figli che lei voleva tutelare dalla violenza, per essere affidati a famiglie estranee o addirittura allo stesso padre violento, esponendola ulteriormente.
I casi in cui il superiore interesse del minore prevale sul principio di bigenitorialità
Recependo le pronunce della convenzioni internazionali dell’interesse superiore del minore che prevale sul principio della bigenitorialità, la riforma prevede che se un minore rifiuta di incontrare un genitore, il giudice personalmente, sentito il minore e assunta ogni informazione ritenuta necessaria, accerta con urgenza le cause del rifiuto. A quel punto il giudice assume i provvedimenti di affidamento dei figli nel superiore interesse del minore, accertando e tenendo conto degli eventuali episodi di violenza. In ogni caso, viene garantito che gli eventuali incontri tra i genitori e il figlio possano essere accompagnati dai servizi sociali e svolti senza compromettere la sicurezza della vittima.
Velocizzazione dei procedimenti. Gli incentivi per l’estensione della cultura giuridica della mediazione
Con la riforma sono valorizzate le forme di giustizia alternativa come mediazione, negoziazione assistita dall’avvocato, arbitrato. Gli incentivi per chi decide di affidarsi agli strumenti più veloci di giustizia alternativa, per dirimere alcune delle controversie che investono il diritto di famiglia sono:
- incentivi fiscali;
- riduzione delle spese legali;
- introduzione del gratuito patrocinio a spese dello Stato.
Il potenziamento dell’istituto della negoziazione assistita tramite l’avvocato nella cause di separazione e divorzio
Sono diversi i vantaggi che derivano dalla negoziazione assistita dell’avvocato nelle cause di divorzio, perché la riforma la estende alle controversie di lavoro, a quelle sull’affidamento e il mantenimento dei figli nati fuori del matrimonio e all’individuazione in sede di divorzio, dell’assegno anche in unica soluzione. L’arbitrato viene potenziato rafforzando anche le garanzie di imparzialità degli arbitri e attribuendo loro, se le parti sono d’accordo, il potere di emanare misure cautelari.