L’Amministratore di sostegno è una figura giuridica fondamentale, istituita per assistere la protezione della persona in condizioni di particolari difficoltà o con ridotte capacità, ovvero per coloro che, a causa di disturbi fisici o psichici, non sono in grado di gestire autonomamente i propri rapporti giuridici e patrimoniali.
Il ruolo del giudice tutelare nel processo di valutazione e nomina dell’amministratore di sostegno
Il Ministero della Giustizia ha disegnato in modo circostanziato le procedure di nomina dell’amministratore di sostegno da parte del giudice tutelare, che svolge un ruolo fondamentale nel processo di nomina e supervisione dell’amministratore di sostegno. È il giudice tutelare, infatti, che valuta la domanda e decide se nominare o meno un amministratore di sostegno per la persona in difficoltà. Se ritiene la nomina necessaria, il giudice tutelare individua anche la persona più idonea a ricoprire questo incarico, tenendo conto delle esigenze e delle circostanze del soggetto da tutelare.
Inoltre, il giudice tutelare ha il compito di vigilare sull’operato dell’amministratore di sostegno: quest’ultimo deve relazionare periodicamente al giudice sulla gestione del patrimonio e sugli interessi della persona tutelata. Il giudice verifica che l’amministratore operi correttamente e nel pieno interesse del beneficiario, intervenendo nel caso riscontrasse inadempienze o irregolarità. Il giudice può anche disporre la revoca dell’amministratore se ritenuto necessario e nominarne un altro.
È dunque fondamentale la valutazione accurata del grado di capacità di intendere e volere del soggetto, un compito complesso che richiede la collaborazione di medici e psicologi. Sottoporre un soggetto alla tutela legale di un’altra persona, infatti, non significa escluderlo del tutto da ogni decisione che riguardi il suo patrimonio. Sulla base delle valutazioni dello stato psichico dell’amministrato, è bene garantire che la persona sottoposta a tutela mantenga comunque il massimo grado di autonomia possibile, tenendo conto delle sue specifiche esigenze e della sua situazione personale.
Tutela legale e valutazione psicologica del soggetto debole
Prima di pensare alla nomina dell’amministratore di sostegno, l’avvocato esperto in tutela legale richiede la valutazione psicologica per individuare l’istituto più efficace per il benessere dell’amministrato e la sua tutela legale. L’amministrazione di sostegno, infatti, non è l’unica opzione a disposizione per fornire tutela e protezione legale a persone che non sono in grado di badare autonomamente ai propri interessi. Esistono infatti altre misure alternative che possono essere prese in considerazione a seconda dei casi specifici.
Interdizione, inabilitazione, procura legale
Interdizione
Una possibile alternativa è l’interdizione, che però presenta lo svantaggio di una maggiore limitazione della capacità d’agire della persona. Con l’interdizione, infatti, si priva completamente l’interdetto della capacità di compiere atti giuridicamente validi, mentre con l’amministrazione di sostegno si cerca di conservare il più possibile l’autonomia del beneficiario.
Inabilitazione
Un’altra opzione è l’inabilitazione, che a differenza dell’interdizione non priva totalmente l’inabilitato della capacità d’agire ma la limita per gli atti di maggiore importanza. Tuttavia, anche l’inabilitazione è più restrittiva dell’amministrazione di sostegno.
Procura legale
Nei casi meno gravi, può essere sufficiente la procura, con cui una persona designa un suo fiduciario a operare al posto suo per determinati atti. La procura però ha validità solo finché il delegante è in vita e capace di intendere e volere.
Chi può fare l’amministratore di sostegno per il soggetto per cui è necessaria la tutela
L’amministratore di sostegno può essere un familiare, una persona di fiducia o un avvocato specializzato nel settore della tutela legale. Tuttavia, è essenziale che chiunque svolga il ruolo di amministratore conosca approfonditamente la persona oggetto di tutela, in modo da rispettare le sue abitudini e i suoi interessi. Nella scelta della persona da nominare amministratore di sostegno, il giudice tutelare preferisce, se possibile:
- il coniuge che non sia separato legalmente
- la persona stabilmente convivente
- il padre, la madre
- il figlio
- il fratello o la sorella
- il parente entro il quarto grado
- il soggetto designato, per esempio l’avvocato, dal genitore superstite con testamento, atto pubblico o scrittura privata autenticata.
Non possono ricoprire le funzioni di amministratore di sostegno gli operatori dei servizi pubblici o privati che hanno in cura o in carico il beneficiario.
La valutazione dei rischi psicologici per la persona sottoposta a tutela e per l’amministratore di sostegno
È importante tenere presente i rischi psichici a carico della persona sottoposta a tutela, come ad esempio:
- la ridotta autostima legata alla perdita di autonomia;
- la modifica dell’identità personale (soprattutto nel caso di anziani o persone che ricorrono all’amministrazione di sostegno a seguito di un incidente, per esempio).
Quelli elencati sono solo 2 degli aspetti principali per i quali è necessario mitigare l’impatto della tutela a carico della persona coinvolta, con un adeguato supporto psicologico per aiutare il soggetto ad accettare questa nuova posizione giuridica maggiormente passiva e suscettibile di provocare dolore.
Molti avvocati esperti di tutela concordano sul fatto che è sempre più opportuno aiutare l’amministratore a gestire le emozioni connesse alla responsabilità e alle difficoltà che può incontrare nello svolgimento del suo ruolo. Non sempre è facile garantire il benessere delle persone sotto tutela, dal momento che è frequente il sorgere di incomprensioni tra amministrato e amministratore circa le decisioni da prendere per la gestione del patrimonio. Le Divergenze e i conflitti possono generare frustrazione, rabbia, collera e sensi di colpa nell’amministratore, per le difficoltà di comunicazione con la persona sottoposta a tutela e nell’adempimento del compito assegnato.
Di conseguenza, lo psicologo, di concerto con l’avvocato chiamato alla nomina o che esercita direttamente egli stesso per conto dei familiari il ruolo di amministratore di sostegno, svolge un ruolo di cruciale importanza nella valutazione del soggetto per il quale è richiesta la tutela e nel supporto psicologico alla persona tutelata, sia all’amministratore di sostegno stesso. L’aiuto fornito consiste:
- nell’accompagnare sia il soggetto sottoposto a tutela, sia l’amministratore di sostegno nel processo di esplorazione dei nuovi bisogni, così da migliorare la qualità di vita delle persone coinvolte;
- nella mediazione di eventuali conflitti che possono manifestarsi tra il soggetto tutelato, l’amministratore di sostegno e i familiari.
La valutazione psicologica sulla richiesta di revoca dell’amministratore di sostegno
Un altro ruolo rilevante dello psicologo si rivela nella richiesta di revoca dell’amministratore di sostegno. In tali circostanze, oltre alle normali implicazioni e valutazioni di ordine giuridico espresse dall’avvocato e da sottoporre al Giudice, è fondamentale anche la valutazione dello psicologo per individuare e verificare se sussistono le condizioni affinché il soggetto sia in grado di gestire autonomamente i propri rapporti giuridici.
Questo tipo di valutazione risulta cruciale sia in presenza di difficoltà psicologiche, sia fisiche poiché anche le persone con disabilità fisica possono avere bisogno di una perizia psicologica, prima di procedere con la revoca o la modifica delle condizioni con cui è esercitata la tutela. Infatti, è un fatto comune che sorgano anche problematiche psicologiche, in concomitanza con le difficoltà fisiche.
Naturalmente, qualora il soggetto tutelato o i familiari a lui vicino o chiunque ne abbia diritto ritiene o ha dubbi sulle modalità di esercizio della tutela o sul comportamento dell’amministratore di sostegno e si vuole richiedere la revoca e la nomina di un’altra persona che la eserciti, ci si può rivolgere a uno studio professionale legale in grado di offrire accanto all’assistenza legale anche quella psicologica. Questa scelta consente di verificare le basi della richiesta e di pervenire alla tutela adeguata dal punto di vista legale e psicologico.
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