Il caso dell’eredità degli Agnelli è una lunga e complessa disputa legale che coinvolge l’unica figlia superstite di Gianni Agnelli e Marella Caracciolo, Margherita Agnelli, i suoi tre figli nati dal primo matrimonio Elkann, John, Lapo, Ginevra Elkann e, di converso, gli altri 4 figli nati dal secondo matrimonio con Serge de Pahlen: Maria, Pietro, Sofia, Tatiana, e Anna.
La contesa sull’eredità lasciata dall’Avvocato Gianni Agnelli
La contesa riguarda l’eredità lasciata dal padre, Avvocato Gianni Agnelli, patriarca della famiglia e figura centrale dell’impero industriale italiano deceduto nel 2003. Margherita Agnelli ha intrapreso azioni legali per contestare la validità dell’accordo successorio relativo all’eredità Agnelli stipulato nel 2004 con la madre Marella Caracciolo. L’azione legale è stata intrapresa sia in Italia che in Svizzera, per contestare la legittimità degli accordi successori e i testamenti che escludono lei e i suoi discendenti dal secondo matrimonio dal patrimonio familiare.
In particolare, ha messo in discussione i testamenti svizzeri redatti da sua madre, Marella Caracciolo, morta nel 2019, che nominavano gli Elkann come unici eredi affermando che la madre aveva la residenza abituale in Italia e che la successione andrebbe regolata secondo il diritto testamentario italiano.
Nel suo ricorso Margherita Agnelli ha sostenuto che l’accordo firmato nel 2004, in cui rinunciava alle sue pretese ereditarie in cambio di 1,2 miliardi di euro e l’obbligo di versare una rendita vitalizia alla madre, fosse nullo. Ha argomentato che l’accordo violasse la legge italiana, che proibisce disposizioni sui diritti successori non ancora aperti. Inoltre, ha messo in dubbio la completa trasparenza e conoscenza del patrimonio al momento della firma dell’accordo.
Ecco perché gli accordi successori internazionali relativi al testamento e all’eredità degli Agnelli potrebbero non essere validi
L’argomento dell’impugnazione del testamento che violerebbe il divieto di disposizioni testamentarie su diritti successori non ancora aperti, si basa su principi fondamentali del diritto civile italiano. L’articolo 458 del codice civile stabilisce la nullità di qualsiasi atto con il quale una persona dispone dei diritti che potrebbero spettare su una successione non ancora aperta, ovvero prima che la persona da cui si eredita sia deceduta. La legge italiana prevede infatti che non si possa rinunciare o disporre di diritti relativi a una successione futura, per garantire la libertà di testare del de cuius (la persona deceduta) e per evitare accordi che potrebbero influenzare ingiustamente questa libertà.
In sostanza, Margherita Agnelli sostiene che l’accordo sia nullo perché violerebbe l’articolo 458 c.c., avendo disposto dei diritti su una successione non ancora aperta al momento della firma dell’accordo. La madre, Marella Caracciolo, era ancora in vita nel 2004, rendendo quindi prematura qualsiasi disposizione dei diritti ereditari di Margherita.
La questione legale sollevata da Margherita Agnelli è significativa perché tocca un principio cardine del diritto successorio italiano, ovvero la protezione della volontà del de cuius e la tutela dei potenziali eredi fino al momento dell’apertura della successione. Questo caso evidenzia come le disposizioni testamentarie e gli accordi successori debbano essere gestiti con estrema attenzione per rispettare i limiti imposti dalla legge, al fine di evitare la nullità degli stessi.
La legislazione applicabile al diritto ereditario sulla base della residenza. Legislazione applicabile alla successione nei contesti internazionali
La residenza fiscale del de cuius (la persona deceduta) determina quale legislazione nazionale si applica alla successione. Al momento del suo decesso, Marella Caracciolo pare fosse residente fiscale in Svizzera. Se così fosse la successione sarebbe regolata dal diritto svizzero, che ha regole diverse dall’Italia riguardo la possibilità di fare testamento in vita e disporre dei propri beni. Questo ha implicazioni dirette sugli accordi successori precedentemente stabiliti, come quelli contestati da Margherita Agnelli, che potrebbero essere considerati validi sotto la legge svizzera ma non sotto quella italiana. Infatti, tra i rilievi contestati da Margherita Agnelli nei confronti della madre e dei suoi 3 figli Elkann c’è anche quello relativo alla residenza fiscale fittizia della madre in Svizzera. Se fosse vero, la legge applicabile alla successione non sarebbe più quella Svizzera ma quella Italiana che, come detto, non ritiene validi gli accordi di successione determinati dal testatore ancora in vita.
Cosa ha previsto il testamento degli Agnelli e come è stata suddivisa l’eredità tra gli eredi
Marella Caracciolo, madre di Margherita e moglie di Gianni Agnelli, nel testamento del 2004 ha designato come unici eredi i tre figli Elkann di Margherita escludendo quindi dalla successione la figlia Margherita e i di lei figli nati dal secondo matrimonio. La conseguenza è stata che firmando l’accordo successorio in Svizzera, Margherita ha rinunciato all’eredità del padre ma, soprattutto, alle sue quote azionarie della società Dicembre, che detiene tutto il patrimonio della famiglia, in cambio di 1,2 miliardi di euro. Contestualmente Margherita Agnelli rinunciò anche alla futura eredità della madre. In questo modo ha perso lei e i figli nati dal secondo matrimonio, qualsiasi diritto sulla società Dicembre, la cassaforte della famiglia Agnelli.
La contesa legale sul diritto successorio applicabile all’eredità Agnelli
Riassumendo, Margherita Agnelli contesta la validità degli atti ereditari basandosi su due principali argomentazioni legali:
- la prima riguarda la legge applicabile alla successione, dal momento che, secondo la ricorrente, Marella Caracciolo aveva la residenza abituale in Italia al momento della sua morte. Ed in effetti, Marella caracciolo, madre di Margherita Agnelli, è morta in Italia il 23 febbraio 2019 a Villa Frescot, anche se i testamenti sono stati redatti in Svizzera. Se fosse accertata la residenza in Italia della madre, la successione sarebbe regolata dal diritto italiano invece che da quello svizzero.
- Sulla base dell’assunto precedente, la seconda argomentazione riguarda la presunta violazione dell’articolo 458 del codice civile italiano, che stabilisce la nullità di ogni atto con cui si disponga di diritti su una successione non ancora aperta, come nel caso dell’accordo del 2004 firmato da Margherita in cui rinunciava anticipatamente a diritti successori, quelli della madre, non ancora maturati.
Il cuore della disputa, quindi, non riguarda solo la divisione materiale dei beni ereditari, ma anche principi fondamentali del diritto successorio e la corretta applicazione delle leggi in contesti transnazionali, dati i diversi regimi legali e fiscali italiani e svizzeri.
La sentenza della Cassazione sul caso dell’eredità degli Agnelli
Sulla vicenda dell’eredità degli Agnelli ritornata alla ribalta della cronaca, la Cassazione si è pronunciata già nel 2015 (Cass. Civ. n.13203/2015), ritenendo infondata la richiesta di Margherita Agnelli. Tuttavia, dal 2004 al 2019, anno della morte della madre Marella Caracciolo, gli assetti finanziari da cui nacquero gli accordi stipulati nel 2004 tra lei e la figlia cambiarono. Nel 2015 Marella Agnelli trasferì la sua quota della società Dicembre ai nipoti Elkann. La quota di John raggiunse il 60 per cento. Il resto venne diviso tra tra Lapo e Ginevra. Alla morte di Marella nel 2019, così come stabilito dagli accordi successori del 2004, la sua eredità passò direttamente ai tre nipoti escludendo la figlia Margherita. Il patrimonio della società Dicembre viene oggi stimato in 28 miliardi.
Casi di esclusione dall’eredità e ricorso contro gli accordi testamentari
Così come ha fatto Margherita Agnelli, quando un erede ritiene di essere stato escluso dall’eredità o di non essere stato messo al corrente dell’effettivo contenuto della massa ereditaria che negli anni si è modificata, può adire il Tribunale competente. Nel caso degli Agnelli è quello di Torino. Il Tribunale avrà il compito di ricostruire tutto il patrimonio e di verificare se vi sono stati patti successori ovvero convenzioni o pattuizioni che abbiano previsto la costituzione, trasmissione e/o estinzione di diritti ereditari relativi ad una successione non ancora aperta. Il diritto italiano ritiene nulli gli accordi preventivi sulla successione. In questo modo impedisce di fatto al testatore di cambiare le proprie disposizioni testamentarie e a chi ha rinunciato di non vedersi riconosciuti diritti che, invece, potrebbero spettare nel caso di una successione non ancora aperta.
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