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Violenza Domestica nelle Relazioni Intime: Fasi Cicliche, Supporto Legale e Diritti delle Vittime

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La violenza domestica nelle relazioni intime è un fenomeno complesso, che può colpire persone di ogni genere, età e classe sociale. In questo articolo esamineremo la teoria della spirale della violenza, elaborata dalla psicologa Lenore Walker, e forniremo strumenti per riconoscere le fasi di abuso. Inoltre, offriremo informazioni su misure di protezione legale, diritti delle vittime e risorse di supporto.

La Teoria della Spirale della Violenza: Scopri le 4 Fasi dell’Abuso Domestico

La teoria della spirale della violenza identifica 4 fasi che si ripetono ciclicamente, intrappolando la vittima in una situazione di abuso.

1.1 Fase della tensione

La violenza psicologica si manifesta attraverso accuse, controllo e aggressioni verbali. L’autore della violenza incolpa la vittima del proprio malessere. La vittima, temendo un’escalation, cerca di accondiscendere per evitare ulteriori conflitti.

1.2 Fase dell’esplosione

L’aggressore esercita violenza psicologica, fisica, sessuale. La vittima spesso si sottomette per paura di conseguenze peggiori.

1.3 Fase del pentimento

L’aggressore si scusa, ma giustifica le proprie azioni attribuendole a fattori esterni, come stress o consumo di alcol. La vittima tende a sentirsi responsabile della situazione, sperando in un cambiamento.

1.4 Fase della luna di miele

L’aggressore si mostra affettuoso e premuroso, promettendo di cambiare. Questo induce la vittima a credere che il periodo di violenza sia terminato, ma il ciclo si ripete, con episodi sempre più gravi.

 

Le difficoltà delle vittime nel lasciare una relazione abusiva

Le vittime di violenza di domestica si trovano in una condizione di estrema vulnerabilità psicologica e sociale. Diversi fattori le ostacolano nell’allontanamento dall’aggressore, tra cui:

  • Speranza di un cambiamento del partner.
  • Dipendenza economica.
  • Paura di perdere i figli o subire ritorsioni.
  • Svilimento psicologico e perdita di autostima.
  • Vergogna e senso di colpa.

È essenziale non giudicare le vittime e fornire loro supporto per ritrovare la fiducia in sé stesse.

 

Violenza dentro casa: un fenomeno trasversale. Diritti delle vittime e misure di protezione legale e psicologico

La violenza in famiglia può verificarsi in qualsiasi tipo di relazione, sia eterosessuale che omosessuale, e coinvolge persone di ogni classe sociale, età e cultura. È importante riconoscere che anche uomini e persone non binarie possono essere vittime. Le vittime di violenza di genere hanno diritto a diverse misure di protezione previste dalla legge per tutelarle dagli abusi e garantire la loro sicurezza. Le principali misure includono l’ordine di protezione, il divieto di avvicinamento, l’ammonimento del Questore, il Codice Rosso per procedimenti rapidi e il patrocinio gratuito per l’assistenza legale.

  1. Ordine di protezione contro gli abusi familiari (Art. 342 bis e ter c.c.)

L’ordine di protezione è un provvedimento del Tribunale che impone all’aggressore di lasciare l’abitazione e vieta di avvicinarsi alla vittima. Può includere anche obblighi di mantenimento per la vittima e i figli. Inoltre:

  • È disposto dal Tribunale civile su richiesta della vittima.
  • Può obbligare l’aggressore a lasciare la casa familiare e vietargli di avvicinarsi ai luoghi frequentati dalla vittima (abitazione, lavoro, scuola dei figli).
  • Può prevedere il pagamento di un assegno per il mantenimento della vittima e dei figli.

2. Misure cautelari penali (Art. 282 bis e ter c.p.p.)

  • Allontanamento d’urgenza dalla casa familiare: il giudice può ordinare all’aggressore di lasciare immediatamente l’abitazione condivisa.
  • Divieto di avvicinamento alla vittima: viene disposto dal giudice quando la vittima è in pericolo. Impedisce all’aggressore di avvicinarsi ai luoghi frequentati dalla vittima, come casa, lavoro o scuola dei figli.
  • Obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria: l’aggressore deve recarsi periodicamente presso le autorità per il controllo.

3. Codice Rosso (Legge n. 69/2019)

Il Codice Rosso garantisce priorità alle denunce di violenza anche domestica, imponendo all’autorità giudiziaria di ascoltare la vittima entro tre giorni e aumentando le pene per i reati di maltrattamenti, stalking e revenge porn. Inoltre:

  • Introduce una corsia preferenziale per i reati di violenza domestica e di genere.
  • Le denunce per violenza vengono trattate con priorità assoluta e l’autorità giudiziaria deve ascoltare la vittima entro tre giorni dalla segnalazione.
  • Aumenta le pene per reati di violenza come stalking, revenge porn, lesioni e maltrattamenti.

4. Ammonimento del Questore per stalking e violenza domestica (Art. 8 D.L. 11/2009)

  • L’ammonimento è un provvedimento che il Questore può emettere senza necessità di denuncia formale, nei casi di violenza domestica o stalking. Serve come avvertimento ufficiale all’aggressore e può prevenire ulteriori episodi di violenza. Utile per chi subisce minacce o violenze ripetute ma teme ritorsioni nel denunciare.

5. Riconoscimento dello stato di vittima di violenza e accesso al patrocinio gratuito

  • Le vittime di violenza domestica, stalking e reati di genere possono accedere al gratuito patrocinio a spese dello Stato, indipendentemente dal reddito.
  • Riconoscimento dello stato di vittima per ottenere supporto da centri antiviolenza e servizi sociali.

6. Assegno di libertà per le vittime di violenza (D.P.C.M. 17 dicembre 2020)

  • L’assegno di libertà offre fino a 400 euro al mese per 12 mesi alle vittime in difficoltà economica. È necessario rivolgersi ai centri antiviolenza per richiederlo.

7. Percorsi di protezione nei centri antiviolenza e case rifugio

  • Offrono protezione, supporto psicologico e assistenza legale alle vittime.
  • Le case rifugio permettono alle donne e ai loro figli di trovare un luogo sicuro lontano dall’aggressore.

8. Affidamento esclusivo dei figli in caso di violenza (Art. 337 quater c.c.)

  • Il giudice può revocare l’affidamento al genitore violento per proteggere i figli. In casi gravi, può essere disposta la decadenza dalla responsabilità genitoriale.

9. Reato di violazione delle misure di protezione (Art. 387 bis c.p.)

  • Se l’aggressore non rispetta un provvedimento restrittivo (es. allontanamento o divieto di avvicinamento), rischia da 6 mesi a 3 anni di carcere (art. 387 bis c.p.). È importante denunciare immediatamente alle autorità.

10. Protezione internazionale per le vittime di violenza (D.Lgs. 251/2007, Art. 7)

  • Le donne straniere vittime di violenza possono chiedere un permesso di soggiorno per motivi umanitari, garantendo protezione e accesso ai servizi di supporto.

Come ottenere protezione legale

Se sei vittima di violenza o conosci qualcuno che potrebbe esserlo, puoi:

  • Denunciare l’aggressore alle forze dell’ordine (112, Polizia o Carabinieri).
  • Contattare il Telefono Rosa 1522, attivo h24.
  • Rivolgerti a un avvocato per ottenere supporto legale e guidare la vittima attraverso le procedure per la difesa dei propri diritti.
  • Chiedere aiuto a un centro antiviolenza per protezione immediata e assistenza psicologica. Per trovare il centro più vicino a te, clicca su www.pariopportunita.gov.it.

Affrontare la violenza domestica richiede consapevolezza, supporto legale e psicologico. Ogni vittima ha il diritto di ricevere aiuto senza essere giudicata. Queste misure sono essenziali per garantire la sicurezza delle vittime e offrire loro strumenti concreti per ricostruire una vita lontano dalla violenza. Inoltre, il recupero delle vittime di violenza richiede spesso anche un percorso psicologico per elaborare il trauma subito. Gli psicologi possono aiutare le vittime a:

  • Recuperare autostima e fiducia.
  • Gestire il senso di colpa e la vergogna.
  • Imparare a riconoscere i segnali di violenza in futuro.

Il fenomeno della tolleranza, senso di colpa e sostegno psicologico per le vittime di violenza

 

Un aspetto cruciale della violenza domestica è il meccanismo psicologico che porta le vittime a sviluppare tolleranza verso gli abusi subiti. Spesso, dopo la fase del pentimento e della “luna di miele”, l’aggressore riesce a manipolare la percezione della vittima, inducendola a credere che gli episodi violenti siano in parte causati da suoi comportamenti o mancanze. Questo porta la vittima a sentirsi responsabile per l’accaduto e a credere di poter evitare nuovi episodi cambiando atteggiamento.

  • Il senso di colpa diventa un elemento centrale nel ciclo della violenza, generando una spirale di dipendenza emotiva e psicologica. La vittima può iniziare a minimizzare o giustificare gli episodi di abuso, convincendosi che il partner stia attraversando un periodo difficile o che sia possibile un miglioramento.
  • Inoltre, questa situazione è ulteriormente aggravata dal timore di essere giudicata dagli altri. Le vittime temono spesso che familiari o amici possano biasimarle per non essere riuscite a interrompere la relazione, aumentando così il loro isolamento e la dipendenza dall’aggressore. 
  • È cruciale riconoscere che il senso di colpa della vittima deriva dalla manipolazione psicologica e non rappresenta la reale responsabilità della vittima

Per interrompere questo ciclo, è necessario un supporto psicologico specializzato, che aiuti la vittima a riconoscere i meccanismi di manipolazione e a ricostruire la propria autostima. Anche il supporto legale può svolgere un ruolo importante, proteggendo le vittime da ulteriori abusi e aiutandole a ritrovare la sicurezza necessaria per uscire dalla situazione di violenza.

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