Tra le conseguenze più comuni della conflittualità genitoriale che spesso segue una separazione o un divorzio, c’è il coinvolgimento emotivo dei figli della coppia. Tra i numerosi problemi che sorgono dai conflitti tra genitori separati alcuni riguardano quelli burocratici, che portano con sé rischi concreti ed emotivi per i bambini coinvolti e per la stessa coppia. Per garantire che entrambi i genitori siano partecipi della vita dei figli, la legge richiede la firma di entrambi i genitori per le questioni più importanti che riguardano i minori: la scelta della scuola, le cure sanitarie, il rilascio dei documenti, la scelta dello psicologo. Ci soffermeremo in questa sede sulla Carta d’Identità, argomento tanto attuale quanto ostico nelle separazioni.
La carta di identità del minore e le problematiche relative al rilascio per cui sono necessarie le firme di entrambi i genitori separati
Quando uno dei genitori si oppone al rilascio della carta d’identità, possono emergere tensioni significative che alimentano quelle già esistenti. Spesso, il genitore che si oppone desidera usare il pretesto come strumento di controllo o vendetta, non sempre consapevole che l’unica persona che subirà un danno dal proprio rifiuto sarà il minore: la carta d’identità è molto più di un semplice documento ma rappresenta un simbolo di identità e appartenenza.
Cosa succede al minore senza carta di identità
Le conseguenze per il figlio sono sia concrete che emotive: il minore, senza documento d’identità, si trova costretto a rinunciare a viaggi, attività ed esperienze che richiedono un documento valido e, emotivamente, il bambino si sentirà probabilmente triangolato dal conflitto genitoriale, sviluppando sentimenti di ansia, insicurezza e frustrazione. Se i genitori non riescono a risolvere una simile situazione attraverso l’aiuto dei propri legali o della mediazione familiare, il giudice può intervenire e decidere nell’interesse superiore del minore.
Procedure in caso di disaccordo. L’intervento ex lege del Tribunale dei Minori per il rilascio della carta di identità del minore
Nel caso di rifiuto al rilascio della carta di identità al minore, o di altro documento equipollente, da parte di uno dei genitori, è previsto ex lege che l’altro genitore possa adire il Tribunale territorialmente competente laddove risiede il figlio, con un ricorso da presentarsi avanti il Giudice Tutelare, al fine di superare l’ostruzionismo ingiustificato al rilascio del documento di identità al minore, il quale se ne è privo è limitato nella sua vita sociale e scolastica.
È fondamentale, invece, che i genitori esercitino la loro responsabilità genitoriale e cerchino di collaborare e di mettere al primo posto il benessere del bambino evitando di usare le questioni legali come arma di conflitto.
Strategie per i genitori separati. L’aspetto emotivo del bambino, che si cela dietro la nuova esperienza del possesso della carta di identità del rifiuto da parte del papà o della mamma
Riguardo l’aspetto emotivo, è fondamentale che il bambino si senta ascoltato e compreso, incoraggiando una comunicazione aperta senza timore di giudizio. I genitori potrebbero rassicurare il bambino che i suoi sentimenti sono validi e che è normale sentirsi confusi o tristi in queste situazioni. In alcuni casi, potrebbe essere utile coinvolgere uno psicologo infantile. Questi professionisti possono fornire al bambino gli strumenti necessari per affrontare le emozioni difficili, insegnandogli a riconoscerle e gestirle. Inoltre, possono aiutare ogni genitore a mantenere con il figlio una relazione positiva, proponendo delle routine che possano aiutare il bambino e i genitori a sentirsi meno ansiosi e promuovendo attività da svolgere insieme.
Affrontare l’aspetto emotivo per il figlio richiede un approccio empatico e proattivo. I genitori devono lavorare insieme per creare un ambiente amorevole e di supporto, mettendo sempre al primo posto il benessere del bambino e un professionista psicologo può sostenere i genitori e aiutarli a non coinvolgere il bambino nei loro conflitti, in modo che non si senta obbligato a prender parti o a far da mediatore. Separazioni conflittuali, se non risolte in tempi ragionevoli per la crescita del figlio, possono causare in quest’ultimo diversi effetti a lungo termine: a causa dell’instabilità familiare, i bambini possono sviluppare ansia e depressione, problemi di autostima, sentimenti di abbandono, difficoltà scolastiche, comportamenti aggressivi o difficoltà relazionali. Inoltre, è possibile che questi bambini abbiano difficoltà a stabilire relazioni sane e stabili in futuro e che possano ripetere i modelli di conflitto che hanno conosciuto in famiglia.
È dunque essenziale che i genitori separati lavorino insieme per minimizzare l’impatto negativo sui loro figli. Offrire supporto emotivo, mantenere una comunicazione aperta e cercare l’aiuto di professionisti può fare una grande differenza nel benessere a lungo termine del bambino.
Per ulteriori informazioni, è possibile consultare Avvocato Sagone, specializzato in diritto di famiglia e questioni internazionali relative ai minori.